Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga 2002 Tassonomia Regno Fungi Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Sinonimi Macrolepiota rhacodes (Vittad.) Singer 1951 Etimologia Dal latino chlorophyllum = con le lamelle verdognole. Cappello Cappello 6-15 cm, globoso, a lungo emisferico o convesso, infine disteso ed espanso; sprovvisto di umbone, presenta una zona liscia o leggermente areolata in corrispondenza del disco, di colore bruno su fondo chiaro, mentre altrove è rivestito da grosse scaglie biancastre, spaziate, con l'estremità brunicce e rivolte verso l'alto; orlo leggermente frangiato. Lamelle libere al gambo, bianche oppure crema, arrossanti alla manipolazione o con l'età. Gambo Gambo 12-20 × 1-1,5 cm, cavo, più o meno slanciato e ricurvo, cilindrico o leggermente svasato verso il basso dove termina con un vistoso bulbo; inizialmente biancastro, imbrunisce con l'età e si macchia di rosso-bruno alla manipolazione; si stacca facilmente in quanto la sua carne presenta struttura eterogenea rispetto a quella del cappello. Anello scorrevole, spesso, biancastro sulla faccia superiore, è sovente macchiato di bruno su quella inferiore. Carne Carne Bianca, che subito si tinge di arancio carota o rosso al taglio; dopo qualche minuto di esposizione all'aria vira al rosso-bruno. Odore di patata cruda e sapore di nocciola. Habitat In esemplari isolati o a gruppi, talvolta anche abbastanza numerosi, soprattutto in parchi e giardini, ma anche nei boschi, specialmente ma non solo quelli di conifere; dalla fine dell'estate all'autunno, abbastanza comune. Commestibilità e tossicità Si tratta di specie tossica, la sua ingestione provoca sindrome gastroenterica incostante più o meno accentuata. Specie simili Chlorophyllum brunneum (Farl. & Burt) Vellinga, noto in passato come Macrolepiota rhacodes var. hortensis Pilát ex Wasser o Macrolepiota bohemica (Wichanský) Krieglst., presenterebbe cappello ricoperto da squame disposte secondo una geometria più regolare ed in modo tale da formare una sorta di piccoli ciuffi, il bulbo basale assumerebbe una forma più smarginata molto simile a quello di alcuni Cortinarus e sarebbe tipica delle regioni del Sud; Macrolepiota venenata Bon, attualmente messa in sinonimia con Chlorophyllum rhacodes, avrebbe una superficie pileica che, invece di dissociarsi in squame, si romperebbe in modo irregolare; con molta probabilità, comunque, si tratta solo di varianti ecologiche della specie trattata. Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Singer, la più conosciuta e consumata tra le cosiddette "Mazze di tamburo", si riconosce abbastanza agevolmente per le dimensioni mediamente maggiori, le squame sul cappello molto più rade, il gambo caratteristicamente tigrato, la carne che, alla sezione, non arrossa. Macrolepiota konradii (Huijsman ex P.D. Orton) M.M. Moser presenta il cappello umbonato e la cuticola caratteristicamente lacerata in maniera tale da formare una sorta di decorazione "a stella". Curiosità Originariamente il Genere Chlorophyllum raccoglieva esclusivamente specie con sporata in massa verdognola, e l'attuale Chlorophyllum rhacodes veniva inserito nell'ambito del Genere Macrolepiota; successivamente studi di natura molecolare hanno dimostrato che la sua posizione tassonomica corretta è quella attuale. Note nomenclaturali La prima descrizione della specie risale al 1835 quando Carlo Vittandini chiamò il fungo Agaricus rachodes, poi nel 1951 Singer gli diede l'epiteto di Macrolepiota rhacodes, quindi il fungo nel 2002 è stato riclassificato da Vellinga in Chlorophyllum rhacodes, binomio attualmente prioritario. Dibattuta negli anni è stata la precisa denominazione della specie: se aderente alla diagnosi originale (rachodes), oppure all'epiteto mutato negli anni di rhacodes. La questione è stata definita nell'anno 2017 dai nomenclaturisti i quali hanno stabilito che il nome rhacodes è ortograficamente più corretto di rachodes. Foto e Descrizioni Regione Toscana; Novembre 2008; Foto di Alessandro Francolini. Scheda AMINT tratta da "Tutto Funghi". Particolare del cappello, con le scaglie in primo piano: scaglie rivolte verso l'alto e con l'estremità bruna.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Autore Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga; Regione Lazio; Ottobre 2006; Foto di Mauro Cittadini. Regione Lazio; Ottobre 2006; Foto di Felice di Palma.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Autore Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga; Regione Trentino; Settembre 2007; Foto di Felice Di Palma.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Autore Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga; Regione Trentino; Settembre 2007; Foto di Pietro Curti.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Autore Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga; Regione Lombardia, Valle Camonica; Settembre 2007; Foto di Emilio Pini.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Autore Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga; Regione Trentino; Agosto 2008; Foto di Felice Di Palma.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Autore Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga; Regione Trentino; Agosto 2008; Foto di Gianni Pilato.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Autore Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga; Regione Trentino; Settembre 2008; Foto di Pietro Curti. Particolare viraggio corteccia gambo dopo abrasione e lamelle. Decorazione del cappello con squame a tegola, a zeppa, fortemente penetranti nel derma sottostante.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Autore Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga; Regione Lombardia; Novembre 2008; Foto di Massimo Mantovani.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2016 Autore Inviato 9 Marzo 2016 Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga; Regione Sardegna; Dicembre 2011; Foto di Franco Sotgiu.
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