Archivio Micologico Inviato 4 Maggio 2016 Inviato 4 Maggio 2016 Tuber brumale Vittadini 1831 Tassonomia Divisione Ascomycota Classe Ascomycetes Ordine Pezizales Famiglia Tuberaceae Nome italiano Tartufo invernale Etimologia Dal latino brumalis = invernale. Ascoma Di forma normalmente sub-globosa, a volte un po' schiacciato, allungato, tuberiforme o irregolare, cavità basale non presente, diametro in media 3÷5 cm, eccezionalmente più grande sino ad 8÷10 cm, colore bruno nerastro con aspetto verrucoso. Peridio Sottile, costituito da grandi verruche irregolarmente poligonali, bruno-nerastre, a volte bruno-rugginose alla base, di 2÷3 mm di diametro, poco in rilievo, leggermente depresse al centro ed a volte fessurate radialmente. Gleba Tipicamente marezzata, con aspetto marmorizzato, percorsa da venature sterili rade, bianco-crema, di spessore variabile, frequentemente anastomizzate, congiunte a formare delle areole con margini irregolari. Parte fertile grigio-bruna, grigio-nerastra. Odore distinto, gradevole con una componente erbacea ed al contempo speziata. Habitat Fungo ipogeo, raramente affiorante magari a causa del terreno smosso dai mammiferi quali i cinghiali, abbastanza comune in natura e coltivato sotto vari tipi di latifoglia, raggiunge la maturità nel periodo autunnale-invernale. La ricerca dei tartufi è da considerare ad esclusivo appannaggio di cercatori dotati di cani addestrati a tale scopo, altri sistemi "empirici" possono facilmente risultare inefficaci, nonché dannosi per l'ambiente di crescita. Microscopia Aschi sacciformi con o senza breve peduncolo e dimensione massima sino a 85 µm, numero sporale (1)2÷5(6), spore giallo-brunastre, ellissoidali, fittamente aculeate, aculei distinti, dritti, rigidi, con sezione quasi costante alti 2÷6 µm, dimensioni medie (22)27÷33 x 16÷22 µm. Commestibilità o Tossicità Commestibile, ottimo, è considerato di qualità "intermedia" tra i comuni "scorzoni" (Tuber aestivum) ed il "nero pregiato di Norcia" (Tuber melanosporum). Il tartufo nero invernale. necessita di cottura per poterne apprezzare a pieno le qualità, se ne consiglia l'utilizzo come aggiunta aromatica e non come base unica nella preparazione di una pietanza a base di tarufo. Osservazioni Per il corretto riconoscimento di questa specie si deve tener conto delle caratteristiche verruche intermedie, nella loro dimensione ed altezza rispetto a quelle di Tuber aestivum e Tuber melanosporum, delle venature più larghe rispetto alle specie citate in precedenza e del colore generale della gleba che appare a maturità bruno grigiastro non molto scuro. Specie simili Tuber brumale Vittadini forma moscathum (Ferry) Montecchi & Lazzari, si distingue dalla specie tipo per un odore più intenso "muschiato" ed una gleba che appare sovente con toni più marcatamente bruno-nocciola. A parte questa forma distinguibile per quanto detto, eventuali altri dubbi possono essere fugati da una attenta analisi microscopica. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mauro Cittadini - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Marche; Dicembre 2006; Foto di Pietro Curti.
Archivio Micologico Inviato 4 Maggio 2016 Autore Inviato 4 Maggio 2016 Tuber brumale Vittadini; Regione Lazio; Gennaio 2007; Foto macro e microscopia di Mauro Cittadini.
Archivio Micologico Inviato 7 Marzo 2019 Autore Inviato 7 Marzo 2019 Tuber brumale Vittadini; Regione Abruzzo; Novembre 2018; Foto di Tomaso Lezzi. Il Tuber brumale viene raccolto in autunno-inverno sotto varie latifoglie. Macroscopicamente è caratterizzato da un peridio nero, senza cavità basale, verruche grandi e poco in rilievo, depresse al centro e fessurate radialmente, odore erbaceo-speziato, caratteri che lo differenziano macroscopicamente dal Tuber aestivum, lo Scorzone. La gleba ha un tipico aspetto marmorizzato bicolore con venature larghe bruno-grigie (la parte fertile che contiene le spore), e con venature bianche (la parte sterile). Microscopicamente è caratterizzato da aschi che contengono spore ellissoidali giallo brune (carattere che le differenzia da quelle scure di Tuber melanosporum), ricoperte da aculei che rivestono la superficie (carattere che lo differenzia invece da Tuber aestivum, che ha spore reticolate). Quando negli aschi sono contenute poche spore (1-2), queste sono solitamente di dimensione maggiore. Osservazione a 100× in Idrossido di potassio. Osservazione a 400× in Idrossido di potassio.
Archivio Micologico Inviato 30 Agosto 2019 Autore Inviato 30 Agosto 2019 Tuber brumale Vittadini; Regione Umbria; Dicembre 2015; Foto e microscopia di Stefano Rocchi. Fungo ipogeo di forma sub-globosa rinvenuto in un frutteto abbandonato con querce nelle vicinanze; peridio formato da verruche poligonali, bruno-nerastre, fessurate e leggermente depresse al centro. Gleba di aspetto marmorizzato, con parte sterile biancastra e parte fertile bruno-nerastra. Odore gradevole. Aschi a sacco arrotondati, non peduncolati 63,8-77 × 60,5-69,6; spore ellissoidali aculeate 24,30-30 × 16,1-20,1; Qm = 1,5. Aschi a sacco arrotondati, non peduncolati 63,8-77 × 60,5-69,6; spore ellissoidali aculeate 24,30-30 × 16,1-20,1; Qm = 1,5. Osservazione in Floxina a 400×. Osservazione in Floxina a 1000×.
Archivio Micologico Inviato 15 Febbraio 2020 Autore Inviato 15 Febbraio 2020 Tuber brumale Vittadini 1831; Regione Abruzzo; Ottobre 2019; Legit Roberto Spinelli, Cane Argo, Foto, commenti e microscopia di Tomaso Lezzi. (Exsiccatum TL191004-02) Tartufo nero con verruche piccole e basse, gleba grigiastra, con poche venature bianche, relativamente grandi. Aschi con corto peduncolo, con 1-5 spore con aculei diritti e isolati e con base sottile. Il Tuber aestivum ha spore reticolate, mentre il simile Tuber melanosporum ha gleba scura, spore nerastre e venature bianche sottili. Spore. Osservazione in L4; 400×.
Recommended Posts