Archivio Micologico Inviato 30 Marzo 2016 Inviato 30 Marzo 2016 Cortinarius vulpinus (Velen.) Henry 1946 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Basidiomycetes Ordine Agaricales Famiglia Cortinariaceae Genere Cortinarius Sottogenere Phlegmacium Sezione Phlegmacium (cappello viscoso o lubrificato, piede non marginato, reazione negativa alle basi forti sul pileo) Sinonimi Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry 1946 f. vulpinus Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry 1946 subsp. vulpinus Cortinarius albomarginatus P.D. Orton 1955 Cortinarius rufoalbus Kühner 1955 Cortinarius pseudovulpinus Rob. Henry & Ramm 1989 Cortinarius vulpinus subsp. pseudovulpinus (Rob. Henry & Ramm) Brandrud 1992 Cortinarius ophiopus f. pseudovulpinus (Rob. Henry & Ramm) Cheype 1997 Cortinarius vulpinus f. albomarginatus P.D. Orton ex Bidaud, Moënne-Locc., Reumaux & Rob. Henry, in Bidaud, Moënne-Loccoz, Reumaux & Henry 2000 Etimologia Cortinarius: dal latino cortīna = cortina, tenda, per i caratteristici residui di velo che uniscono l'orlo del cappello e il gambo delle specie appartenenti a questo genere; e dal latino vulpinus = riferito al colore rossiccio. Cappello Portamento robusto, cappello 4-10 cm, vischioso sopratutto da giovane e a tempo umido, presto asciutto, emisferico, toni giallo bruno, ocra-rossastro, argilla o bruno-fulvo chiaro, biancastro per i residui velari al margine. Imenoforo Le lamelle sono smarginate, inizialmente biancastre, con numerose lamellule, toni lilacini lievi, a volte più netti. Gambo Gambo pieno, clavato-cilindrico, attenuato in basso, radicante, biancastro ma con sfumature color malva all'apice; ampiamente ricoperto da cercini giallo bruni e zebrature, espressione dei residui velari. Carne La carne è biancastra con lievi toni lilacini, più evidenti nel collo (passaggio gambo-cappello); odore simile a quello della patata, terroso, di formaggio Camembert ma poi decisamente sgradevole, di piedi sudati, sempre più intenso seccando. Reazioni macrochimiche KOH o NaOH con reazione nulla su cuticola e carne. Habitat Cresce sotto latifoglie, simbionte di faggio con substrato calcareo o argilloso, principalmente in estate fino ad inizio autunno. Microscopia Spore 11,9-13,2 × 5,8-6,5 µm; Qm = 1,9 Misurazione effettuata da spore depositate sul gambo, finemente verrucose, amigdaliformi, a volte citriformi. Basidi lunghi 49 µm, tetrasporici ma frequenti anche i bisporici. Commestibilità e tossicità Non commestibile. Specie simili Specie di non facile determinazione per le molteplici forme e varietà, che hanno creato non poca confusione. Per le lamelle biancastre e l'ornamentazione del gambo due specie sono molto somiglianti: Cortinarius ophiopus, latifoglie calcaree, forte odore di muffa, di DDT o di barba di mais; Cortinarius obsoletus, latifoglie calcaree, privo di odore, taglia piccola; Cortinarius saginus, di conifera; ugualmente con piede non marginato e gambo decorato ma con lamelle a toni lilacini più netti ci sono: Cortinarius triumphans, di betulla; Cortinarius varius, di conifera montana; Cortinarius cliduchus, latifoglie calcaree, con residui velari meno eclatanti e forte odore terroso sin da giovane; Cortinarius caligatus e Cortinarius variiformis, di quercia mediterranea. Bibliografia AA.VV., 2018. Funga Nordica. Agaricoid, boletoid and cyphelloid genera. Ed. Nordsvamp. 2nd Edition, 2nd printing. COURTECUISSE, R. & DUHEM, B., 2007. Guides des champignons de France et d'Europe. Parigi: Ed. Delachaux et Niestlé. EYSSARTIER, G., & ROUX, P., 2011. Le guide des Champignons France et Europe. Parigi. Ed. Belin. MOSER, M., 2000. Guida alla determinazione dei funghi. Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales. Vol. 1. Ed. Saturnia. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Dino Cannavicci e Pino Conserva - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Abruzzo; Agosto 2018; Legit Dino Cannavicci; Foto descrizione e microscopia di Dino Cannavicci. Raccolto nella faggeta del Lago del Salto, su strato di muschio, fine estate; di solito i residui velari sono cercini e ghirlande ma spesso, come in questo caso, hanno forma scagliosa. Particolare del pileo che evidenzia i residui velari biancastri, sopratutto al margine. Particolare delle lamelle. Particolare dell'attacco delle lamelle al gambo. Cortina che si sta distaccando dal bordo del cappello in un esemplare giovane. Basidio bisporico; in questa raccolta rappresentano quasi il 50%, 400×, osservazione in Rosso Congo ammoniacale 5%. Spore amigdaliformi, 400×, osservazione in Rosso Congo ammoniacale 5%. Spore amigdaliformi, 1000×, osservazione in Rosso Congo ammoniacale 5%.
Archivio Micologico Inviato 30 Marzo 2016 Autore Inviato 30 Marzo 2016 Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry; Regione Emilia Romagna; Ottobre 2012; Foto di Massimo Biraghi.
Archivio Micologico Inviato 30 Marzo 2016 Autore Inviato 30 Marzo 2016 Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry; Regione Lombardia, località Brallo; Settembre 2014; Foto di GIanluigi Boerio. Bosco di Faggio a 1100 m s.l.m., con sporadici Carpini.
Archivio Micologico Inviato 9 Settembre 2018 Autore Inviato 9 Settembre 2018 Cortinarius vulpinus (Velen.) Rob. Henry; Regione Lombardia, località Brallo; Settembre 2014; Foto di GIanluigi Boerio. Ritrovato sotto Faggio, di cui è simbionte. Caratterizzato da un odoraccio, che i francesi definiscono "moisi" (= muffito), oppure "di sudore di piedi", oppure "di camembert" (ovviamente ammuffito). Regione Piemonte, Val Varaita; Settembre 2007; Foto di dragonot.
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