Pietro Curti Inviato 12 Aprile 2008 Inviato 12 Aprile 2008 Salix cinerea L. Sinonimi Salix cinerea oleifera. Tassonomia Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Malpighiales (Salicales) Famiglia: Salicaceae Nomi italiano Salice cinereo, Salice cenerino. Etimologia Salix deriva dal greco Salos = oscillazione; altra possibile derivazione: dal celtico Sal-lis = vicino all'acqua; cinerea = per il suo colore cenerino. Descrizione Arbusto deciduo legnoso, dalla chioma irregolare, cespitoso con rami giovani glabri e che può raggiungere l'altezza di 4-5m. Foglie Le foglie sono semplici, alterne, rugose, lunghe da 2 a 4cm; la pagina superiore è inizialmente tomentosa poi glabra, di colore verde opaco, mentre, inferiormente, è bianco argentea finemente villosa. Fiori I fiori sono dioici (sessi separati in individui diversi),di colore giallo-argenteo a forma di spiga pendula. Frutti Molto caratteristici sono gli amenti (pendenti), i cosiddetti topini, che si presentano numerosi ancora prima delle foglie; essi allo stato iniziale sono ricoperti di minuscoli fiorellini, poi si ingrossano e si dischiudono, liberando una moltitudine di semi pelosi bianchi. Periodo di fioritura Marzo/Aprile Territorio di crescita Comune in tutte le regioni, assente in Sardegna. Habitat Mezza ombra, boschi e ambienti umidi di acqua dolce, aree ripariali e alluvionali. Somiglianze e varietà Confondibile con Salix caprea, che si spinge anche a quote subalpine; differenze cromatiche e di forma nella foglia che in S. caprea è più allargata al centro mentre in S. cinerea è allargata all'apice; altra differenza inconfondibile è la presenza in S. cinerea delle cosiddette "salienze", piccole escrescenze longitudinali visibili soltanto rimuovendo la corteggia nei rametti giovani. Specie protetta Non risultano segnalazioni di norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta. Costituenti chimici Corteccia ricca, tra l'altro, di Tannino e di Salicina, glucoside che sviluppa acido salicilico e Azoto nei fiori. Uso Alimentare La presenza di acido salicilico, fortemente irritante fino ad essere causa di emorragie interne se assunto in dosi elevate, rende questa pianta non utilizzabile ai fini alimentari. Uso Cosmetologico Grazie alla presenza di acido salicilico, attraverso applicazioni e trattamenti locali, svolge importanti azioni desquamatorie e cheratolitiche (eliminazione delle cellule morte del derma). Uso Farmacologico Studi clinici e sperimentali, consolidati nel tempo dalle evidenze scientifiche, hanno appurato che questa essenza arborea ha proprietà: antisettiche, antireumatiche, febbrifughe, analgesiche, digestive, astringenti ed emostatiche. Grazie alle sue proprietà trova impiego per il trattamento delle sindromi influenzali ed infettive, per il contenimento delle forme febbrili acute con temperature alte, per il trattamento delle infiammazioni in genere, per lenire i dolori articolari, per il trattamento di affezioni dell'apparato gastroenterico. Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico. Medicina alternativa e Curiosità Secondo le convinzioni della gemmoterapia, si pensa che che questa essenza possa svolgere un ruolo importante nel trattamento delle malattie del sistema nervoso centrale (oltre alle gemme a tale scopo vengono usati gli amenti, la linfa interna e la corteccia). Molte culture locali e popolari consigliano l'applicazione di foglie fresche per il trattamente di eritemi ed infiammazioni cutanee dovute a svariate cause (piaghe, verruche, eisti da punture d'insetti, scottature, ecc), decotto e polvere di corteccia trovano impiego per il tamponamento nel trattamento delle emorragie nasali e per curare gli stati di "timpanismo" dei ruminanti al pascolo (forte e pericoloso gonfiore addominale). Il decotto di corteccia viene utilizzato per calmare i reumatismi e contro la febbre. I fiori dei salici sono ricchissimi di azoto (ne contengono il 4%) e sono molto importanti per la produzione mellifera essendo i primi a fiorire. Note In Toscana i rami dei salici vengono utilizzati dai cacciatori per costruire i capanni di caccia, detti cesti. Nell'antichità i salici venivano chiamati "agnos", cioè casto, tale denominazione era dovuta al fatto che si riteneva fossero capaci di placare gli istinti sessuali, tale proprietà è stata in parte provata oggi dalla scienza ufficiale in quanto si è dimostrato che la presenza modesta di sostanze estrogene possa svolgere un ruolo blandamente anafrodisiaco. Sempre in epoca storica al Salice veniva affiancato il culto di San Giorgio, e alla ripresa vegetativa in primavera, per esorcizzare e proclamare la sconfitta dell'inverno, era consuetudine adornare giovani salici con ghirlande di fiori e nastri colorati. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Baruffa - Approvata e Revisionata dal Gruppo di Coordinamento dell'Area Botanica Link utili Indici temi Botanici - Galleria dei Fiori Piante e Frutti dell'Associazione AMINT Salix cinerea L. - foto di Viver
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