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Lactarius fulvissimus Romagn. 1954

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Russulales
Famiglia Russulaceae

Foto e Descrizioni
Habitat sotto Carpino nero in posizione ombrosa, colonia di una dozzina di esemplari in tutti gli stadi di crescita.

Regione Lombardia; Maggio 2010; Foto di Massimo Biraghi.

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Foto di Massimo Mantovani.
Esemplari giovani.

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Foto e commento di Gianluigi Boerio.

La reazione al KOH 30% è verde-oliva sulla cuticola, negativa sul latice, come negativa è la reazione sulla carne.
Il comportamento del latice è stato verificato sia su carta bianca, sia su vetrino. Dopo 3 ore il latice non ha virato, assumendo un colore solo vagamente paglierino-chiaro su carta. Dalle foto di Massimo Biraghi e Massimo Mantovani si nota altresì un carattere piuttosto costante (Basso, 1999) ossia le lamelle chiare negli esemplari giovani, a differenza di Lactarius britannicus che in entrambe le varietà dovrebbe avere lamelle più ocracee sin da giovane. La microscopia della caulopellis fatta da Massimo Biraghi eliminerebbe, secondo Basso, gli eventuali dubbi con Lactarius britannicus var.pseudofulvissimus che sarebbe il trait d'union tra Lactarius fulvissimus e Lactarius britannicus var. britannicus.
Heillmann-Clausen et Al. (1998) sinonimizzano le due varietà di Lactarius britannicus con la presente.
Viceversa, Rayner (2005) sinonimizza Lactarius fulvissimus a Lactarius britannicus (senza varietà).
Dalla letteratura consultata, risulta una raccolta precoce, non frequente a tali date.

Bibliografia
BASSO, M.T., 1999. Lactarius Pers. Fungi Europæi. Vol 7. Alassio (SV): Ed. Mykoflora.
HEILMANN-CLAUSEN, J., VERBEKEN, A. & VESTERHOLT, J., 1998. The genus Lactarius. Fungi of Northern Europe. Vol. 2. The Danish Mycological Society, Danimarca: Ed. Svampetryk.
RAYNER, R.W., 2005. British Fungus Flora. Russulaceae: Lactarius. Vol.9. Edimburgo: Ed. Royal Botanic Garden.

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Dettaglio latice, bianco, leggermente opalescente.

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Reazione della cuticola al verde oliva con KOH 30%, quasi istantanea.

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Inviato

Lactarius fulvissimus Romagnesi; Regione Lombardia; Maggio 2010; Foto di Massimo Biraghi, dati macrochimici di Luigi Boerio e Marco Mantovani.

Prova dell'isolamento del latice, negativa, il che esclude il sosia Lactarius britannicus e Lactarius britannicus var. fulvissimus, il cui latice, isolato, vira rispettivamente al giallo e al giallo pallido. Reazione al KOH sulla cuticola = verde oliva.

Microscopia
Da deposito sporale, spore (7)7,5-8,5(9) × (6)6,5-7,5 µm, da subglobose a strettamente ellissoidali con verruche che possono arrivare a 1 µm, da isolate a unite da creste a formare un subreticolo.

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Pileipellis ixotricoderma, composta da ife cilindriche allungate, con terminazioni non ingrossate, un poco gelificata.

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Caulopellis tipo "cutis".

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Inviato

Lactarius fulvissimus Romagn.; Regione Lombardia; Ottobre 2012; Foto, commento e microscopia di Massimo Mantovani.

Ritrovamento in un bosco misto di Quercus sp. e Ostrya carpinifolia.

Determinare macroscopicamente questo taxon non è sempre facile in quanto appartiene a un gruppo abbastanza complesso formato da specie affini per portamento, colorazioni e caratteristiche organolettiche. Ad ogni modo Lactarius fulvissimus si caratterizza per i cromatismi accesi, esuberanti negli esemplari giovani ma un po’ più spenti con l’età, in quanto a partire dal margine pileico i pigmenti iniziano un po’ a sbiadire. La cuticola appare quasi laccata in gioventù mentre tende a screpolarsi un po’, soprattutto verso il margine, man mano che il carpoforo matura. Il latice vira leggermente al crema pallido se isolato su carta. Un carattere utile per distinguerlo dal simile Lactarius brittanicus è il colore delle lamelle dei giovani esemplari che appare più pallido rispetto a quelle dell’ultima specie.

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Microscopia
Eventuali dubbi macroscopici possono essere fugati con l’ausilio della microscopia. In particolare la pileipellis a ixotricoderma pare piuttosto illuminante per distinguere Lactarius fulvissimus da Lactarius britannicus.

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Anche le spore, sotto il punto di vista delle ornamentazioni sono abbastanza diverse, in quanto in Lactarius fulvissimus sono sì crestate, ma tendono a formare una sorta di reticolo incompleto, cosa che non avviene con Lactarius britannicus. I macroscistidi non sono molto numerosi e hanno per lo più una forma affusolata. I cheilocistidi misurano fino a 50 μm.
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