Archivio Micologico Inviato 5 Marzo 2016 Inviato 5 Marzo 2016 Agaricus freirei Blanco-Dios 2001 Tassonomia Divisione Basidiomycota Classe Agaricomycetes Ordine Agaricales Famiglia Agaricaceae Genere Agaricus Sezione Xanthodermatei Sinonimi Non sono conosciuti sinonimi per questa specie. Etimologia L'epiteto Agaricus deriva dal greco αγαρικόν = fungo degli Agari; perché secondo Dioscoride proveniva dall'Ucraina, che a quel tempo veniva chiamata "Terra di Agaria". Cappello Inizialmente convesso o tronco conico, poi disteso, con umbone di colore più carico a volte depresso con margine sempre leggermente debordante e biancastro. La cuticola inizialmente marrone quasi uniforme, si dissocia in squame triangolari appressate e fibrille fioccose, disposte radialmente e di colorazione varia, dal marrone scuro, fino ad ocraceo con tinte vinose, che lasciano intravedere la carne bianca sottostante. Imenoforo Le lamelle sono libere, fitte, di colore inizialmente biancastro con sfumature rosa, e si macchiano leggermente di rosso allo sfregamento, particolare non evidente su tutto il resto del carpoforo, successivamente assumono tonalità marroni nerastre con lo sviluppo e per il deposito sporale. Gambo Gambo centrale, biancastro e fistoloso all'interno, cilindrico-clavato o bulboso, a volte anche con base leggermente ritorta. Alla sezione assume lentamente tonalità ocracee nella zona corticale, la parte basale si macchia di ocraceo, in modo più o meno evidente, senza passare dal giallo vivo, spesso evidenzia rizoidi simili a pseudo-radichette. Anello Membranoso e supero, la parte superiore è liscia, mentre quella inferiore presenta, vicino al margine, una banda marrone lungo tutta la circonferenza, che con lo sviluppo si dissocia in squame rettangolari. Carne Soda biancastra, assume tonalità inizialmente ocracee e poi passa lentamente verso tonalita rosso ocracee, odore fungino nel cappello, fenolico ben evidente alla base del gambo. Habitat Rinvenuto in bosco misto di aghifoglia e latifoglia a 400 m. s.l.m., terreno sabbioso, in ripetute fruttificazioni, in colonie numerose. Specie simili Agaricus phaeolepidotus F.H. Møller, appartiene alla stessa sezione degli Xanthodermatei, presenta molte similitudini nell'aspetto morfologico generale, diversamente è netta la differenza dell'anello, doppio in questa specie, e con la presenza di una ruota dentata evidente sulla faccia inferiore. È specie normalmente più grande, ha la microscopia dei cheliocistidi nettamente diversa, e dal punto di vista filogenetico sono due specie molto distanti. Diversamente Agaricus freirei pur appartenendo sempre alla sezione degli Xanthodermatei, ha un anello semplice e una ruota dentata disegnata in prossimità del margine estremo dell'anello. Agaricus impudicus (Rea) Pilát, Agaricus sylvaticus Schaeff. e Agaricus lanipes (F.H. Møller & Jul. Schäff.) Hlaváček, appartengono alla sezione Sanguinolenti, e le tre specie indicate non hanno mai odori fenolici. Agaricus hondensis Murrill, quando questa specie è stata sequenziata, è risultato che entrambe le specie appartenevano alla sezione degli Xanthodermatei. Lo studio della distribuzione di Agaricus freirei, che copre l’intera costa atlantica dell’Europa, ha contribuito ad una migliore comprensione della sua variabilità. Bigliografia BLANCO-DIOS, J.B., 2001. Agaricales des dunes de Galice (Nord-Ouest de l’Espagne) (I): Agaricus freirei, sp. nov. Documents mycologiques 121: 27–34. PARRA SÁNCHEZ L.A., 2008. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 1. Alassio (SV): Ed. Candusso. PARRA SÁNCHEZ L.A., 2013. Agaricus L., Allopsalliota Nauta & Bas. Fungi Europæi. Vol 2. Alassio (SV): Ed. Candusso. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Giovanni Galeotti e Pietro Curti, Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT. Regione Umbria; Novembre 2019; Foto di Giovanni Galeotti. Pileo dissociato in squame , a partire dalla zona discale più compatta e colorata. Squame triangolari appressate, disposte in senso radiale, che lasciano intravedere la carne biancastra sottostante. Leggero viraggio al rosso delle lamelle dove contuse. Lo stipite è cilindrico-clavato e spesso ingrossato alla base, si notano i rizoidi che formano pseudo-radichette. Al margine dell'anello sono presenti delle bande marroni, che si stanno dissociando in parti più o meno rettangolari. Sezione del gambo fistoloso, si notano un ingiallimento e imbrunimento alla base.
Archivio Micologico Inviato 5 Marzo 2016 Autore Inviato 5 Marzo 2016 Agaricus freirei Blanco-Dios; Regione Lazio; Novembre 2012; Foto Felice Di Palma.
Archivio Micologico Inviato 9 Marzo 2020 Autore Inviato 9 Marzo 2020 Agaricus freirei Blanco-Dios; Regione Lazio; Novembre 2017; Foto Felice Di Palma.
Archivio Micologico Inviato 27 Aprile 2020 Autore Inviato 27 Aprile 2020 Agaricus freirei Blanco-Dios; Regione Lazio; Dicembre 2011; Foto e commento Felice Di Palma. Si riconosce dal simile Agaricus phaeolepidotus, molto vicino anche filogeneticamente, per la presenza di braccialetti di squame brune alla base del gambo, l'anello semplice e non a ruota dentata come in Agaricus phaeolepidotus, cheilocistidi mediamente più piccoli, crescita in aree dunali e in prossimità dei litorali, mentre Agaricus phaeolepidotus, ha un habitat prevalentemente ruderale associato a latifoglie, e comunque non necessariamente litoraneo. Le tipiche bande rettangolari marroni sulla faccia inferiore dell'anello e la loro formazione. Alla sezione, la carne alla base del gambo spesso non mostra viraggi molto evidenti, l'odore di inchiostro tipico della Sezione Xanthodermatei in questa specie è molto leggero e si avverte soprattutto alla base del gambo. Le spore sono relativamente piccole. (4,7)4,80-5,66 × (3,23)3,30-3,84(3,93) µm. I cheilocistidi come un po' in tutto il genere Agaricus, devono essere ricercati con attenzione se non si vuole ottenere il risultato della foto seguente, cioè un "inquinamento" da basidioli. Per osservare i cheilocistidi bisogna inizialmente schiacciare pochissimo il coprivetrino, per individuare esattamente dove sono posizionati. Una volta individuati i cheilocistidi, si può schiacciare di più per cercare di farli uscire dalla trama lamellare, per una più evidente osservazione. Basidi tetrasporici.
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