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Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; Regione Marche, Pianello di Cagli, Bosco delle Tecchie; Ottobre 2012; Foto di Pietro Curti.

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Confronto con il quasi sosia Tricholoma sejunctum.

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Gambo con striature zebrate in Amanita phalloides.

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Presenza di anello e volva in Amanita phalloides.

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Gambo con decorazioni striate.

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Volva ampia e sacciforme.

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Gruppo, si tratta del fungo letale per antonomasia, il responsabile primo degli avvelenamenti con diagnosi infausta (20/30 grammi di fungo fresco uccidono un uomo in perfette condizioni di salute del peso corporeo di 70 kg).

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Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; Regione Campania; Agosto 2013; Foto Mario Iannotti.

Fungo molto conosciuto sin dall'antichità per la potenzialità delle sue tossine di provocare la morte. Si presenta con colorazioni variabili, la tonalità principale è il verde oliva, non uniforme, ma possiamo trovarla anche con toni di colore che vanno dal biancastro al giallognolo, al bruno oliva, o completamente bianco sericeo nella varietà alba. In questo ritrovamento il cappello ha una colorazione bianco sericeo con sfumature giallastre, nei giovani esemplari ha una forma emisferica, poi a completo sviluppo spianata, presenza di fibrille, margine non striato. Gli altri particolari da osservare sono: lamelle, anello e gambo bianchi, base bulbosa con volva membranosa sacciforme bianca.

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Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Regione Toscana; Ottobre 2016; Foto di Alessandro Francolini.

Specie velenosa mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all’incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo.
Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite (cappello, gambo, anello e volva), il colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille radiali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell’anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo e lamelle libere.
Quando è gialla è confondibile con l’Amanita junquillea e con l’Amanita citrina che hanno volva circoncisa e residui velari diversi sul cappello. Quando perde l’anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvariella, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva si confonde con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricholoma, in particolare con Tricholoma sejunctum che ne è un vero sosia in quanto a colore pileico. Sempre con tonalità bruno verdastre, perdendo la volva, può essere confuso con Armillaria mellea isolate, cresciute al suolo, su radici e ceppaie interrate. Se è bianca con Tricoloma columbettaMelanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovulo con l’Amanita caesarea o più raramente con qualche Lycoperdon.”

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