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Pleurotus eryngii (DC. : Fr.) Quél. 1872

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Pleurotaceae
Genere Pleurotus

Sinonimi
Agaricus eryngii DC. : Fr. 1815
Pleurotus fuscus Battarra ex Bres. 1928

Etimologia
Pleurotus = con l’orecchio laterale (dal greco pleuròn = di lato e oùs, otòs = orecchio)
Eryngii = del cardo Eryngium (dal latino Eryngium = pianta spermatofita, dicodiletone, simile al cardo, appartenente alla Famiglia delle Apiaceae).

Nome comune
Cardarella, cardoncello, antunna.

Cappello
La sua forma è variabile, in genere si presenta inizialmente convesso, con la crescita tende poi a distendersi e a divenire appianato, ma spesso lo troviamo con centro depresso fino ad imbutiforme, di consistenza carnosa, il margine rimane anche a maturità leggermente involuto, lobato. La cuticola è liscia, leggermente tomentosa, con sottili squamette, asciutta, percorsa da fibrille radiali nerastre, di colore grigio-brunastro fino a bruno scuro, inizialmente uniforme, poi con l'età e per l’influenza degli agenti atmosferici si decolora a macchie più chiare.

Imenoforo
Lamelle decorrenti sul gambo, mediamente distanti, bianche-grigiastre, poi crema-gialline, con riflessi carnicini, intervallate da lamellule di varie dimensioni.

Gambo
Il gambo è cilindrico, sodo, coriaceo, centrale, eccentrico o laterale, anche curvo, liscio, fibrilloso, leggermente attenuato alla base, sub-radicante, di colore biancastro, in vecchiaia su tonalità ocra. Alla base del gambo presenta resti bambagiosi biancastri di micelio.

Carne
Soda, elastica, bianca, di buona consistenza. Odore fungino o vagamente farinaceo, sapore dolce e gradevole.

Habitat
Cresce dalla primavera all’autunno, nei campi incolti, nei pascoli, si comporta dal punto di vista ecologico molto probabilmente come fungo saprofita-parassita in associazione e spesso con crescita sulle radici di Eryngium campestre L.. Molto diffuso nelle regioni del Sud Italia dove è apprezzato e ricercato per la qualità delle sue carni, raramente viene attaccato da larve.

Commestibilità e tossicità
Commestibile.

Microscopia
Spore 10,4-12,2 × 5,5-6,3(6,6) µm, Q = 1,7-2,0; media 11,0 × 6,1 µm; Qm = 1,8, misurazioni su n. 32 spore da sporata; da oblunghe a sub-cilindriche, apicolate, lisce, con una o due guttule, con parete spessa. Spore in massa di colore bianco.
Basidi clavati, osservati monosporici, bisporici e tetrasporici.
Non sono stati osservati cistidi.
Pileipellis formata da una cutis di ife cilindriche intrecciate, con qualche terminale leggermente emergente.
Trama lamellare irregolare, con ife cilindriche lisce, di dimensione variabile, strettamente intrecciate tra di loro.
Osservati GAF in tutti i tessuti.

Specie simili
A seguito di accertamenti di biogenetica e microscopici condotti anche in Italia nell’ultimo decennio, sulle entità che ruotano intorno al complex Pleurotus eryngii, ad oggi la situazione tassonomica italiana appare la seguente:
Pleurotus nebrodensis (Inzenga) Quél.;
Pleurotus eryngii var. eryngii (DC.) Quél.;
Pleurotus eryngii var. ferulae (Lanzi) Sacc.;
Pleurotus eryngii var. elaeoselini Venturella, Zervakis & La Rocca;
Pleurotus eryngii var. thapsiae Venturella, Zervakis & Saitta.

Sicuramente è molto utile fornire una breve illustrazione, che funge da supporto determinativo, circa l’associazione dal punto di vista ecologico e ambientale di questi funghi con le relative piante ospiti:

  • Pleurotus nebrodensis in Italia fruttifica in Sicilia, sulle Madonie, ad una quota di 1000 m s.l.m., in associazione a Cachrys ferulacea (L.) Calest. una Apiaceae.
  • Pleurotus eryngii var. eryngii fungo mesofilo cresce nelle regioni meridionali dell’Italia, nei campi incolti, nei pascoli, probabilmente si comporta come fungo saprofita parassita e forse anche simbionte in associazione e spesso con crescita sulle radici di Eryngium campestre L..
  • Pleurotus eryngii var. ferulae anch’esso cresce nelle regioni meridionali dell’Italia, nei campi incolti, nei pascoli, associato a Ferula communis L..
  • Pleurotus eryngii var. elaeoselini, presente in Sicilia, cresce associato a Elaeoselinum asclepium ssp. asclepium (L.) Bertol.
  • Pleurotus eryngii var. thapsiae, in Italia è segnalato in Sicilia in provincia di Trapani associato a Thapsia garganica L..

Discussione
È stato recentemente pubblicato un articolo (Angeli 2012) relativo ad una nuova varietà, Pleurotus eryngii var. laserpitii Angeli & Scandurra, meglio conosciuto come la “Mongaiola” o “Fungo di Bellamonte”, legata a Laserpitium latifolium L., con crescita stabile in ambiente alpino nei prati incolti, nei pressi di Predazzo (TN), frazione Bellamonte, ad una quota di 1400 m. s.l.m.
Per anni questa nuova varietà era stata scambiata da diversi autori per Pleurotus nebrodensis.
Sicuramente negli anni a venire saranno condotti ulteriori studi e soprattutto analisi biogenetiche per far luce sul complex in argomento, molto importante anche dal punto di vista nutrizionale e commerciale.

Note
Questo bel Pleurotus ha per me un ricordo particolare in quanto è stato il primo fungo che ho raccolto circa 40 anni fa, quando ero poco più di un ragazzo, lungo il Tratturo Regio Candela-Pescasseroli, nel tratto che attraversa la Campania in provincia di Benevento, nella zona dei comuni dell’alto Tammaro. I tratturi erano delle “autostrade verdi”, strade particolari adibite alla transumanza, ricche di pascoli per le greggi in transito e delimitate, da cippi con la sigla R. T. (Regio Tratturo) che ribadivano non solo i confini ma anche la presenza dello Stato. Il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela attraversa 4 Regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia), 6 Province (L'Aquila, Isernia, Campobasso, Benevento, Avellino, Foggia) e 39 Comuni, ad esso erano annessi i tratturelli come svincoli per i centri urbani limitrofi, è lungo, complessivamente, 211 chilometri e largo 55,55 metri (30 passi napoletani; un passo = 185,2 cm) e veniva utilizzato per lo spostamento delle greggi dal tavoliere delle puglie ai pascoli montani dell’Abruzzo. Lungo il tratturo, che non veniva coltivato, in associazione all’Eryngium campestre cresce la “cardarella”, Pleurotus eryngii var.eryngii, ahimè, quasi scomparsa dal tratturo, almeno per la zona dell’Alto Tammaro, in concomitanza al disuso della pratica della transumanza. Oggi è ancora possibile raccoglierlo nei pascoli del massiccio del Matese ed in quelle aree anche di pianura ove è esercitato l’allevamento all’aperto di ovini e bovini.

Bibliografia
ANGELI, P. & SCANDURRA, S., 2012. Un nuovo Pleurotus delle praterie alpine. Pleurotus eryngii var. laserpitii var. nov. Micol. Veget. Medit., 27 (1): 12-24.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT.

Pleurotus eryngii var. eryngii (DC.) Quél.; Regione Campania, Pietraroia (BN); Ottobre 2014; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti.
(Exsiccata MI20141007-01 - MI20141008-01)

Habitat, tratto di Tratturo Regio Candela-Pescasseroli ormai in disuso.

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Spore 10,4-12,2 × 5,5-6,3(6,6) µm, Q = 1,7-2,0; media 11,0 × 6,1 µm; Qm = 1,8, misurazioni su n. 32 spore da sporata; da oblunghe a sub-cilindriche, apicolate, lisce, con una o due guttule, con parete spessa. Spore in massa di colore bianco. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×.

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Basidi clavati, monosporici, bisporici e tetrasporici. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×.

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Basidi bisporici.

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Basidi tetrasporici. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×.

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Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×.

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Pileipellis formata da una cutis di ife cilindriche intrecciate, con qualche terminale leggermente emergente. Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×.

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Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×.

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Trama lamellare irregolare, con ife cilindriche lisce, di dimensione variabile, strettamente intrecciate tra di loro.
Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 100×.
 
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Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 400×.
 
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Osservazione in Rosso Congo ammoniacale a 1000×.
 
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Inviato

Pleurotus eryngii (DC. : Fr.) Quél.; Regione Sardegna; Foto e commento di Franco Sotgiu.

I campi dove si raccoglievano i Pleurotus eryngii sono diventati erbai e medicai, per trovare l'Eryngium e i funghi suoi saprofiti bisogna cercare nelle immediatezze delle rive dei fiumi o in montagna sopra gli 800 metri.
I pascoli dove c'è ancora la Ferula communis diventano sempre più esigui e i diserbanti, sempre più usati, stanno distruggendo ettari di terreni ospiti di tale essenza. La ferula è velenosa e tutti gli anni determina avvelenamenti di pecore, agnelli, mucche al pascolo e cavalli.
In Sardegna è uno dei funghi maggiormente apprezzati (se non in assoluto il più apprezzato), ed ha nelle varie zone della Sardegna nomi diversi: "feurrazzu", "cordolinu 'e pezza", "antunna 'e ferula".

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Ferula communis; Anno 2004; Foto di Ignazio.

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