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Silene vulgaris (Moench) Garcke (1869)

Sinonimi
Behen alpinus (Lam.) Gușul. (1953)
Cucubalus angustissimus Nocca & Balb. (1816)
Oberna behen (L.) Ikonn. (1976)

Silene cucubalus Wibel (1799)
Silene inflata Sm. (1800)
Silene venosa (Gilib.) Asch. (1860)

Tassonomia
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Caryophyllales
Famiglia: Caryophyllaceae

Nomi italiani
Silena rigonfia; Strigoli; Bubbolini. Oltre a una ben nutrita varietà di nomi caratteristici delle varie regioni; sicuramente in relazione alla sua diffusa presenza e alla ottima commestibilità delle sue foglie più giovani e tenere, impiegate in sostituzione degli spinaci. Ad esempio in Toscana si può trovare questa specie nominata come: Stridoli; Schiopetti; Erba del cucco; Fischietti; Grassoagnellino; ecc.

Etimologia
L'epiteto generico, Silene, è di etimo incerto. Potrebbe derivare greco Σειληνός (Seilenós) = Sileno (in latino Silenus), che la mitologia greco-antica ricorda come padre adottivo e compagno di Bacco. Sileno viene spesso raffigurato sotto sembianze umane ma anche con attributi animaleschi come orecchie, coda e zoccoli equini, e coperto di schiuma dovuta alla vinificazione. Forse quest'ultima caratteristica può giustificare la scelta dell'epiteto generico: infatti molte specie di Silene sono cosparse da una tipica secrezione vischiosa che può ricordare una sorta di schiuma. Oppure può derivare sempre da Sileno che viene raffigurato anche con una gran pancia rotonda: in tal caso ricordando la tipica forma a palloncino dei fiori di molte specie di Silene. Altra origine può riscontrarsi nella parola greca σίαλον (sialon) = saliva, sputo; in riferimento alla tipica secrezione vischiosa e attaccaticcia secreta dal fusto di molte specie di Silene.
L'epiteto specifico, vulgaris, deriva dal latino vúlgus = volgo, gente comune. In questo caso con l'accezione di banale, molto comune, molto frequente e diffuso. 

Descrizione
Pianta erbacea eretta, glabra a volte glauca, alta fino a 70 cm; radice a fittone, fusto fibroso, quasi legnoso alla base, semplice, prostrato-ascendente o eretto, ingrossato ai nodi; foglie opposte, sessili, apicolate, margine ciliato, a volte leggermente ondulato, foglie inferiori attenuate alla base, oblungo-lanceolate o spatolate, le superiori ovato-lanceolate o ellittiche; l’infiorescenza è una cima bipara (dicasio), con 3-9 fiori e brattee simili alle foglie superiori ma ridotte; fiori ermafroditi, pentameri e attinomorfi; calice 8-20 mm, rigonfio, subgloboso, quasi trasparente, sinsepalo, reticolato, 20 nervature evidenti, denti triangolari e ciliati; corolla bianca o rosa pallido con petali profondamente incisi e liberi; 10 stami; il frutto è una capsula globosa con 6 denti, contenente semi scuri, reniformi. Cresce in ambienti ricchi, nitrofili, culture e prati concimati. Presente su tutto il territorio italiano. Fiorisce da marzo ad agosto, da 0 a 2800 m s.l.m..

Periodo di fioritura, presenza, distribuzione in altezza

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Note: Pianta estremamente polimorfa. Tant'è vero che in Italia un tempo erano segnalate, ad esempio, le seguenti subspecie che attualmente sono comunque  sinonimizzate con Silene vulgaris (Moench) Garcke (1869):
Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. vulgaris
Silene vulgaris
(Moench) Garcke subsp. aetnensis (Strobl) Pign.
Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. commutata (Guss.) Hayek
Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. prostrata (Gaudin) Schinz & Thell.
Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. tenoreana (Colla) Soldano & F. Conti
Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. glareosa (Jord.) Marsden-Jones & Turrill

 

Silene vulgaris (Moench) Garcke (1869); Regione Piemonte, 1000 m s.l.m.; Luglio 2011; Foto di Giovanni Baruffa.

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