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Agaricus pampeanus Speg. 1880

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Agaricaceae
Genere Agaricus
Sottogenere Agaricus
Sezione Agaricus

Sinonimi
Psalliota pampeana (Speg.) Henn. 1898
Fungus pampeanus (Speg.) Kuntze 1898

Etimologia
Dal latino ''pampeanus'', delle Pampas; perché comune e tipico dell'ambiente delle Pampas in Argentina.

Cappello
Di medie-grandi dimensioni, inizialmente è emisferico, con la crescita diventa progressivamente piano-convesso, a volte con leggera depressione centrale, per poi spianare a maturità. La cuticola è di colore bianco, generalmente dissociata in vistose squame, anche nei primordi. Le squame presenti sul cappello caratterizzano queste specie, bianche poi ocracee, di aspetto scaglioso al centro, riunite in grossolani ciuffi di peli, irti, rialzati, per poi assumere fino al margine una forma più appianata triangolare, di consistenza pelosa, che danno un aspetto più o meno imbricato allo stesso. A volte questa zona al margine del cappello, soprattutto negli esemplari maturi, può rimanere più o meno liscia. Il margine è involuto, eccedente, appendicolato per i resti velari relativi alla rottura dell'anello.

Imenoforo
Lamelle libere al gambo, fitte, dapprima rosa tenue, poi passano al rosa acceso, infine al bruno-porpora, nerastre a maturità, il filo inizialmente è più pallido, poi concolore alla faccia della lamella, Sono presenti lamellule di varie dimensioni.

Gambo
Cilindrico, robusto, bianco, liscio sopra l'anello, scendendo verso la base tende ad assumere una forma più affusolata, in questa zona spesso sono presenti fioccosità, resti del velo generale o anche residui dell'anello. Nella parte mediana è presente un anello complesso di forma molto variabile.

Anello
Complesso, membranoso, supero, molto variabile, può presentarsi doppio per la presenza di una barruletta sulla faccia inferiore che lacerandosi conferisce un aspetto a ruota dentata. In questo caso la faccia superiore è liscia, striata verso il margine, quella inferiore invece è ornata da squame grossolane a ruota dentata, con il margine cotonoso, peloso; l'anello si può anche separare in due parti, una inferiore cotonosa, pelosa, unita al gambo a formare un braccialetto avvolgente con il margine dentato e più o meno disgregato e una superiore più minuta, con la faccia inferiore cotonosa, la cui grandezza è determinata dal suo punto di distacco con il margine del pileo.

Carne
Carne bianca, nella parte alta del gambo è leggermente rosata, più scura al margine, vira al giallo pallido alla base. Odore leggero fungino, gradevole.

Microscopia
Spore largamente ellissoidali, di colore marrone, con apicolo evidente e pseudoporo germinativo, 6,3-7,2 × 4,6-5,2 µm, media 6,8 × 4,9 µm, Q = 1,3-1,5; Qm = 1,4, misurazioni su 32 spore. Spesso è possibile osservare un poro rudimentale, in sostanza sfochettando al microscopio si evidenzia un riflesso traslucido, come se la parete interna nerastra all'altezza dell'episporio si assottigliasse fino a regredire e scomparire, mentre la parte esterna dell'esosporio rimane continua. Le misure sporali sono risultate conformi al limite minimo di quanto riportato in letteratura, probabilmente a causa dei carpofori ancora molto immaturi.
Basidi clavati, bisporici e tetrasporici.
Cheilocistidi, scarsi, poco differenziati dai basidi, isolati, clavati.
Ife dell'anello di forma cilindrica, settate, anche ramificate.
GAF non osservati.

Habitat
Specie non molto comune, cresce gregaria o nei cerchi delle streghe nei prati di montagna, ma è possibile trovarla anche nei parchi cittadini o negli spazi erbosi all'interno dei boschi o al limitare degli stessi con i prati.

Commestibilità e Tossicità
Commestibile.

Specie simili
Agaricus campestris L., e Agaricus campestris var. squamulosus (Rea) Pilát. è una specie di dimensioni più piccole, con il cappello ornato da squamette poco evidenti, alla sezione arrossa nella parte alta del gambo all'attacco con il cappello e vicino alle lamelle, le spore sono di minore dimensione, l'anello è gracile, sottile, fibrilloso, esile, evanescente. Per una descrizione dettagliata del confronto vedi il paragrafo Osservazioni.
Agaricus aristocratus Gulden, in Gulden & Torkelsen, ha la stessa colorazione biancastra del cappello, si separa per le spore più piccole e larghe, generalmente subglobose, senza poro germinativo.
Agaricus litoralis (Wakef. & A. Pearson) Pilát, è molto simile dal punto di vista macroscopico e microscopico, i cheilocistidi sono molto simili, differisce per l'arrossamento della carne del gambo alla sezione, per la presenza di rizoidi alla base dello stesso, mentre in Agaricus pampeanus abbiamo solo un pallido ingiallimento alla base del gambo, che è sprovvisto di rizoidi.
Agaricus benesii (Pilát) Pilát, assomiglia molto macroscopicamente ad Agaricus pampeanus, si separa per la carne arrossante nella parte alta del gambo e per i cheilocistidi abbondanti, ben strutturati e facilmente identificabili, con più setti, formati da elementi sovrapposti, l'ultimo claviforme.
Le specie bianche della sezione Arvenses, si separano per l'odore anisato o di mandorle amare e per i cheilocistidi abbondanti, di aspetto catenulato.

Osservazioni
Agaricus pampeanus, come già fatto cenno nella descrizione macroscopica, si distingue all'interno della sezione Agaricus, per un aspetto peculiare, cioè quello di avere la cuticola del cappello dissociata in squame e scaglie molto evidenti formate da ciuffi di peli, che la rendono arruffata, più o meno imbricata. All'atto del ritrovamento questo aspetto da subito ci ha molto colpito, in quanto queste squame, erano presenti nella stessa forma e dimensione negli esemplari maturi così come nei giovani primordi, (la foto della raccolta con il riferimento della moneta da 2 euro è importante per un confronto delle dimensioni); quindi un effetto sicuramente non dovuto ad un agente atmosferico esterno come acqua, vento o tempo secco, ma dovuta al suo sviluppo naturale. Gli esemplari erano in perfetta forma, ben idratati, e nella stessa area erano presenti altre specie, come Hygrocybe conica (Schaeffer: Fries) P. Kummer, Lycoperdon utriforme Bull, Hebeloma crustuliniforme (Bulliard) Quélet, anch'esse in un normale stato di sviluppo. Questo ragionamento al fine di dirimere dubbi, perplessità o supposte analogie verso un ipotetico scambio con Agaricus campestris var. squamulosus (Rea) Pilát., oggi sinonimo di Agaricus campestris L., già sinteticamente descritto nel paragrafo Somiglianze e varietà che precede.

Bibliografia
PARRA SÁNCHEZ L.A., 2008. Agaricus L. Allopsalliota Nauta & Bas. Agaricus. Fungi Europæi. Vol 1. Alassio (SV): Ed. Candusso.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Mario Iannotti e Tomaso Lezzi. Revisionata dal CSM.


Regione Abruzzo, l'Aquila; Ottobre 2015; Foto, descrizione e microscopia di Mario Iannotti.
(Exsiccatum MI20151001-01)

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Spore largamente ellissoidali, di colore marrone, con apicolo evidente e pseudoporo germinativo, 6,3-7,2 × 4,6-5,2 µm, media 6,8 × 4,9 µm, Q = 1,3-1,5; Qm = 1,4, misurazioni su 32 spore. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 1000×.

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Basidi clavati, bisporici e tetrasporici. Cheilocistidi, scarsi, poco differenziati dai basidi, isolati, clavati. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 400×.

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Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 1000×.

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Ife dell'anello di forma cilindrica, settate, anche ramificate. Osservazione in rosso Congo ammoniacale a 400×.

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