Enzo Orgera Inviato 29 Gennaio 2016 Inviato 29 Gennaio 2016 Acherontia atropos Linnaeus Tassonomia Ordine Lepidoptera Superfamiglia Bombycoidea Famiglia Sphingidae Sottofamiglia Sphinginae Tribu Acherontiini Sinonimi Sphinx atropos Nome italiano Sfinge testa di morto Etimologia dal Greco "Acheronte" un fiume dell'inferno mitologico Greco e "Atropo" una delle tre moire greche a cui spettava il compito di togliere la vita. Descrizione Lepidottero di notevoli dimensioni che può arrivare fino a 6 cm di lunghezza del corpo per un peso di circa 1,5 g, con una apertura alare grande, di 90-130 mm. I colori predominanti sono il giallo e il nero-marrone, le ali inferiori sono gialle con due strisce nere, una a metà e una verso il bordo, le ali superiori sono scure con punteggiature gialle. L'addome è giallo con bande nerastre trasversali e una banda longitudinale sul dorso. Le antenne sono robuste, nerastre con uncino all'estremità. La spiritromba è corta, tozza e ricoperta di peluria. Presenta una macchia giallastra sulla parte alta del dorso che assume la forma di un teschio, da cui prende il nome, ma talvolta può anche essere assente. Distribuzione e habitat Presente in maniera permanente in Africa, bacino mediterraneo meridionale, Asia occidentale, fino a Kuwait e Arabia Saudita ad oriente, Canarie e Azzorre ad occidente, in estate si porta nel nel bacino mediterraneo settentrionale raggiungendo il sud Europa, talvolta può arrivare fino ai paesi scandinavi, con inverni particolarmente miti. Può arrivare fino ai 2000 m di quota, ma predilige le pianure e le zone costiere. Periodo di volo e ciclo di vita È una specie migratrice proveniente dall'Africa e dal bacino mediterraneo meridionale, dove trascorre l'inverno. È attiva dal tramonto alle prime ore del mattino. Lo sfarfallamento può avvenire da 1 a 3 volte l'anno. L'uovo di colore verde o grigio-bruno viene deposto singolarmente sulla pagina inferiore della foglia della pianta ospite. Il bruco inizialmente verde chiaro cambia colore scurendo durante la crescita, fino a raggiungere i 13-15 cm con colorazioni variabili verdi, marroni o gialle. Tipico è un cornetto caudale giallo granuloso rivolto verso il basso, nello stadio finale di bruco. Durante la fase di bruco effettua 4 ecdisi in circa 20 giorni. Si muove poco solo per la ricerca di foglie di cui nutrirsi. Necessita di una temperatura intorno ai 20 °C per svilupparsi, all'avvicinarsi alla ninfosi smette di nutrirsi e comincia a girovagare a terra in cerca di terreno adatto in cui nascondersi, la colorazione diventa più scura e i tessuti cominciano a diventare molli. Dopo essersi interrato fino a circa 20 cm di profondità, comincia a creare, con la saliva mista a terriccio, un bozzolo di 1,5-4,0 cm, entro il quale dopo 10 giorni si trasforma in crisalide di color rosso mogano. Con temperature attorno ai 24 °C lo sfarfallamento avviene in 3-4 settimane, con temperature non al di sotto dei 10-15 °C, le crisalidi rimangono in vita rallentando il loro sviluppo, con temperatura più basse la crisalide non sopravvive. L'adulto si nutre di miele, con la sua forza e con la robusta spiritromba riesce a bucare gli alveari e a rubare il prelibato nettare. Piante nutrici Le piante nutrici del bruco sono sia Solanaceae che Oleaceae, tra cui maggiormente apprezzate sono lo stramonio, il ligustro, la pianta di patata; altre piante preferite sono olivo, gelsomino, tabacco selvatico, lantana, bignonia rampicante, ecc. Note e curiosità Gli adulti assumono un atteggiamento difensivo se si sentono minacciati, sollevando il corpo, serrando verso il basso le ali e drizzando le zampe, emettendo uno stridio con lo sfregamento della spirotromba. La farfalla Sfinge testa di morto è diventata famosa presso il grande pubblico anche per essere il simbolo del film e della locandina di "Il silenzio degli innocenti" (The Silence of the Lambs), film del 1991, diretto da Jonathan Demme e interpretato da Jodie Foster e Anthony Hopkins. Come si può vedere nelle immagini seguenti il disegno del teschio sul dorso della farfalla è stato reinterpretato ed è formato da sette donne nude. L'immagine è stata rielaborata partendo da una foto fatta realizzare dal pittore spagnolo Salvador Dalí (1904-1989), che amava far fotografare o dipingere figure composte di questo tipo. Racconti e poesie Questa falena è talmente particolare, che ha suscitato l'interesse di Guido Gozzano, famoso poeta torinese appassionato di entomologia, vissuto nel 1900. Della testa di morto D'estate, in un sentiero di campagna, v'occorse certo d'incontrare un bruco enorme e glabro, verde e giallo, ornato di sette zone oblique turchiniccie. Il bruco errava in cerca della terra dove affondare e trasmutarsi in ninfa; e dalla gaia larva, a smalti chiari, nasceva nell'autunno la più tetra delle farfalle: l'Acherontia Atropos. Certo vi è nota questa cupa sfinge favoleggiata, dal massiccio addome, dal corsaletto folto, con impresso in giallo d'ocra il segno spaventoso. Natura, che dispensa alle Dïurne i colori dei fiori e delle gemme, Natura volle l'Acherontia Atropos simbolo della Notte e della Morte, messaggiera del Buio e del Mistero, e la segnò con la divisa fosca e d'un sinistro canto. L'entomologo tuttora indaga come l'Acherontia si lagni. Disse alcuno, col vibrare dei tarsi. Ma non è. Mozzato ho i tarsi all'Acherontia e s'è lagnata ancora. Parve ad altri col fremito dei palpi. Io cementai di mastice la bocca all'Acherontia e s'è librata ancora per la mia stanza, ha proseguito ancora più furibondo il grido d'oltretomba; grido che pare giungere da un'anima penante che preceda la farfalla, misterïoso lagno che riempie uomini e bestie d'un ignoto orrore: ho veduto il mio cane temerario abbiosciarsi tremando foglia a foglia, rifiutarsi d'entrare nella stanza dov'era l'Acherontia lamentosa. L'apicultore sa che questo lagno imita il lagno dell'ape regina quando è furente contro le rivali e concede alla sfinge d'aggirarsi pei favi, sazïandosi di miele. L'operaie non pungono l'intrusa, si dispongono in cerchio al suo passaggio, con l'ali chine e con l'addome alzato, l'atteggiamento mite e riverente detto «la rosa» dall'apicultore. E la nemica dell'apicultore col triste canto incanta l'alveare. All'alba solo, quando l'Acherontia intorpidita e sazia tace e dorme, l'operaie decretano la morte. Depone ognuna sopra l'assopita un granello di propoli, il cemento resinoso che tolgono alle gemme. E la nemica è rivestita in breve d'una guaina e non ha più risveglio. L'apicultore trova ad ogni autunno, tra i favi, questi grandi mausolei. Farfalla strana, figlia della Notte, sorella della nottola e del gufo, opra non di Natura, ma di dèmoni, evocata con filtri e segni e cabale dalle profondità d'una caverna! Bimbo, ricordo, per le mie raccolte, sempre immolai con trepidanza questa cupa farfalla, quasi nel terrore di suscitare con la fosca vittima l'ira d'una potenza tenebrosa. E anche perché l'Atropo mi parla di cose rare, dell'antiche ville. Sul canterano dell'Impero, sotto la campana di vetro che racchiude le madrepore rare e le conchiglie, sta quasi sempre l'Acherontia Atropos depostavi da un nonno giovinetto. L'Acherontia frequenta le campagne, i giardini degli uomini, le ville; di giorno giace contro i muri e i tronchi, nei corridoi più cupi, nei solai più desolati, sotto le grondaie, dorme con l'ali ripiegate a tetto. E n'esce a sera. Nelle sere illuni fredde stellate di settembre, quando il crepuscolo già cede alla notte e le farfalle della luce sono scomparse, l'Acherontia lamentosa si libra solitaria nelle tenebre tra i camerops, le tuje, sulle ajole dove dianzi scherzavano i fanciulli, le Vanesse, le Arginnidi, i Papilî. L'Acherontia s'aggira: il pippistrello l'evita con un guizzo repentino. L'Acherontia s'aggira. Alto è il silenzio comentato, non rotto, dalle strigi, dallo stridio monotono dei grilli. La villa è immersa nella notte. Solo spiccano le finestre della sala da pranzo dove la famiglia cena. L'Acherontia s'appressa esita spia numera i commensali ad uno ad uno, sibila un nome, cozza contro i vetri tre quattro volte come nocca ossuta. La giovinetta più pallida s'alza con un sussulto, come ad un richiamo. «Chi c'è?» Socchiude la finestra, esplora il giardino invisibile, protende il capo d'oro nella notte illune. «Chi c'è? Chi c'è?» «Non c'è nessuno. Mamma!» Richiude i vetri, con un primo brivido, risiede a mensa, tra le sue sorelle. Ma già s'ode il garrito dei fanciulli giubilante per l'ospite improvvisa, per l'ospite guizzata non veduta. Intorno al lume turbina ronzando la cupa messaggiera funeraria. Scheda di proprietà AMINT realizzata da Enzo Orgera. Regione Lazio, Minturno (LT), Monte Natale; 100 m s.l.m.; Novembre-Dicembre 2015; Foto di Enzo Orgera. Bruco. Regione Lazio, Minturno (LT), Monte Natale; 100 m s.l.m.; Dicembre 2015; Foto di Enzo Orgera. Dettagli del bruco. Regione Lazio, Minturno (LT), Monte Natale; 100 m s.l.m.; Dicembre 2015; Foto di Enzo Orgera. Crisalide. Regione Lazio, Minturno (LT), Monte Natale; 100 m s.l.m.; Maggio 2015; Foto di Enzo Orgera. Adulto.
Enzo Orgera Inviato 1 Febbraio 2016 Autore Inviato 1 Febbraio 2016 Acherontia atropos Linnaeus; Foto di Nani. Bruco con colorazioni melaniche.
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