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Peniophora lycii (Pers.) Höhn. & Litsch. 1907

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Russulales
Famiglia Peniophoraceae

Sinonimi
Thelephora lycii Pers. 1822
Corticium lycii (Pers.) Cooke 1881

Etimologia
Dal greco peníon [πηνίον] = rocchetto, bobina, tessuto, tela e phoreo [φορέω] portare, per la morfologia pellicolare dei carpofori appartenenti a questo genere.
Dal latino Lўcĭa, ii = Licia, regione dell'Asia Minore tra la Caria e la Panfilia, da cui deriva il nome della pianta (Lycium barbarum L.) su cui la specie è stata trovata la prima volta: "ad ramos exsiccatos Lycii barbari".

Carpoforo
Resupinato, prima orbicolare, poi confluente, sparso, più o meno esteso e ben adeso al substrato; il suo margine è generalmente indistinto, talvolta biancastro. La superficie fertile è all’inizio leggermente pruinosa, poi liscia, secca, opaca ma anche finemente feltrata o irregolare-tubercolata; la stessa si presenta di norma screpolata in fessure trasversali o anche concentriche. Il colore è grigio, turchese, sfumato spesso di azzurro-violaceo, tendente ad impallidire con l’età. La carne è alta più o meno un millimetro, molto sottile ma coriacea negli esemplari maturi.

Habitat
Cresce tutto l’anno con più frequenza su legno latifoglia ma si rinviene anche su legno di conifera. È stato rinvenuto su Orniello, Edera, Faggio, Leccio, Salice, Pino domestico e Ginepro.

Microscopia
Sistema ifale monomitico. Ife a parete più o meno spessa, da ialine a bruno-marroni, larghe 3-5 µm.
Spore 7,6-10,2 × 3-4 µm, da cilindriche ad allantoidi, lisce, ialine, a parete sottile.
Basidi 30-40 × 4,5-5,2 µm, subcilindrici, tetrasporici, con sterigmi lunghi da 2 a 4 µm e GAF alla base.
Lamprocistidi 22,2-34 × 11,5-20,5 µm, numerosi, subglobosi, arrotondati, con incrostazioni omogeneamente distribuite, taluni con evidenti protuberanze all’apice lunghe 5-7 µm. Osservati anche rari lamprocistidi affusolati 60-10 µm, a parete spessa, con la parte decorata lunga 25 µm e cistidioli lageniformi, capitati e affusolati.

Presenza infine di dendroifidi ramificati, ialini ed incrostati, nonché di gloeocistidi 40-70 × 6-15 µm, cilindrico-clavati o subulati, a parete spessa soprattutto nella parte basale, con apice arrotondato e reazione bruno-rossastra alla Sulfovanillina.

Commestibilità e Tossicità
Non commestibile.

Somiglianze e Varietà
Nel genere Peniophora abbiamo anche altre specie con colori simili:
Peniophora cinerea (Pers. : Fr.) Cooke, la quale si differenzia per i lamprocistidi affusolati e per l’assenza di dendroifidi e gloeocistidi;
Peniophora junipericola J. Erikss. che si distingue per avere i lamprocistidi affusolati e per l’assenza di dendroifidi;
Peniophora limitata (Chaillet ex Fr. : Fr.) Cooke, rara, la quale si separa per i lamprocistidi affusolati e per l’assenza di dendroifidi e gloeocistidi.

Osservazioni
Fungo molto comune e diffuso in tutto il continente europeo. Questa specie ha l'aspetto di una crosta grigiastra con una microscopia assai articolata ma con la caratteristica di essere l’unica Peniophora a possedere lamprocistidi subglobosi. Questa specie del genere Peniophora presenta dendroifidi, ossia elementi sterili con ramificazioni più o meno tortuose, subcilindriche e ad apice arrotondato, con probabile funzione di protezione e sostegno dei basidi.


Note nomenclaturali
La prima descrizione della specie risale al 1822 quando Christian Hendrik Persoon chiamò il fungo Thelephora lycii, poi nel 1881 il botanico e micologo britannico Mordecai Cubitt Cooke gli diede l’epiteto di Corticium lycii, quindi il fungo nel 1907 è stato riclassificato da Franz Xaver Rudolf von Höhnel e da Viktor Litschauer in Peniophora lycii, binomio attualmente prioritario.

Bibliografia
BERNICCHIA, A. & GORJON, S.P., 2010. Corticiaceae s.l. Fungi Europæi. Vol 12. Alassio (SV): Ed. Candusso.

Scheda di proprietà AMINT realizzata da Stefano Rocchi. Approvata e revisionata dal CLR Micologico di AMINT.


Regione Umbria; Luglio 2016; Su piccolo arbusto decorticato di Olivo (Spello - PG); Foto e microscopia di Stefano Rocchi.
(Exsiccatum SR20160715-01)

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Spore 7,6-10,2 × 3-4 µm, da cilindriche ad allantoidi, lisce, ialine, a parete sottile. Osservazione in acqua a 1000×.

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Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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Basidi 30-40 × 4,5-5,2 µm, subcilindrici, tetrasporici, con sterigmi lunghi da 2 a 4 µm e GAF alla base. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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Cistidioli lageniformi, capitati e affusolati. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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Lamprocistidi 22,2-34 × 11,5-20,5 µm, numerosi, subglobosi, arrotondati, con incrostazioni omogeneamente distribuite. Osservazione in Rosso Congo a 400×.

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Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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Lamprocistidi con evidenti protuberanze all’apice lunghe 5-7 µm. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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Rari lamprocistidi affusolati 60-10 µm, a parete spessa, con la parte decorata lunga 25 µm. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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Dendroifidi ramificati, ialini ed incrostati. Osservazione in Rosso Congo a 1000×.

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Gloeocistidi 40-70 × 6-15 µm, cilindrico-clavati o subulati, con apice arrotondato e reazione bruno-rossastra alla Sulfovanillina. Osservazione in Sulfovanillina a 1000×.

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