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Amanita porrinensis Freire & M.L. Castro ex M.L. Castro 1998

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Amanitaceae
Genere Amanita
Sottogenere Amanitina
Sezione Phalloideae

Sinonimi
Amanita porrinensis Freire & M.L. Castro 1987

Etimologia
L'epiteto Amanita deriva dal greco Ἀμανὶτης [Amanitos] = fungo del monte Amano, da Ἄμανος [Amanos] = Amano, catena di monti tra la Cilicia e la Siria, nella Turchia asiatica, dove questo genere sembra fosse abbondante in antichità.
L'epiteto porrinensis deriva dalla località Porriño (Presso Vigo, Spagna) e dall'estensione latina -ensis = proveniente da Porriño. 

Cappello
Di piccole dimensioni, 2-8 cm, inizialmente semisferico, campanulato verso la maturazione, spianato-convesso, caratterizzato da un largo umbone centrale molto prominente che gli conferisce spesso un tipico aspetto a “sombrero messicano”; margine sottile, inizialmente liscio poi, verso la maturazione, leggermente striato e incurvato, privo di residui di velo primario (verruche). Cuticola liscia, leggermente viscida a tempo umido, bianca, immutabile, difficilmente separabile. 

Imenoforo
Costituito da lamelle bianche con riflessi rosati, fitte, sublibere al gambo, intervallate da lamellule. Spore in massa bianche.

Gambo
Bianco, centrale, cilindrico clavato, anche obeso, con bulbo basale subgloboso, con bande sericee trasversali, ricoperto da fiocchetti bianchi macchiati di ocra, fistoloso per tutta la sua lunghezza.

Anello
Fragile, membranoso e sottile, visibile negli esemplari giovani, poco evidente in quelli maturi dove si presenta sotto forma di lembi aderenti al gambo e sulle lamelle in maniera poco visibile.

Volva
Bianca, sottile ed aderente al gambo, gracile e poco persistente, si disgrega facilmente a maturazione avanzata ed al tocco.

Carne
Bianca, sottile nel cappello, spessa nel gambo e di consistenza spugnosa, leggermente imbrunente, alla sezione, verso la base del gambo, inodore.

Reazione macrochimiche
Reazione gialla sulla cuticola con basi forti (KOH e NaOH).

Habitat
Tipicamente autunnale. Pino domestico (Pinus pinea), Pino marittimo (Pinus pinaster), Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) Castagno (Castanea sativa), Leccio (Quercus ilex), Roverella (Quercus pubescens), con presenza di macchia mediterranea con predominanza di Erica, Cisto, Corbezzolo e Ginestra.

Commestibilità e tossicità
Specie velenosa mortale, come le altre della sezione PhalloideaeAmanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link, Amanita phalloides var. alba Costantin & L.M. Dufour, Amanita verna Bull. ex Lam. : Fr. ed Amanita virosa Bertill., con le quali va a completare, per il contenuto degli stessi principi tossici, il quadro delle Amanita mortali. È causa di sindrome falloidea caratterizzata soprattutto da grave insufficienza epatica.

Specie simili 
Amanita porrinensis, soprattutto per la colorazione generale bianco-biancastra, presenta una certa affinità con altre specie velenoso-mortali appartenenti alla sezione Phalloideae del sottogene Amanitina, se ne distingue morfologicamente per la conformazione del cappello spesso a “sombrero messicano” e per altre caratteristiche minori.
Amanita phalloides var. alba differisce per la conformazione del cappello piano-convesso e mai umbonato; per il gambo zebrato, mai ricoperto da squamule; per l’anello sempre evidente e persistente, mai fugace; per il bulbo basale grosso e prominente; per la volva sempre evidente, membranosa e persistente, aderente al bulbo e libera all’apice.
Amanita verna differisce per la conformazione del cappello piano-convesso e mai umbonato; per il gambo liscio, mai ricoperto da squamule; per il bulbo basale grosso e prominente; per la volva interamente avvolgente il bulbo e libera all’apice.
Amanita virosa è la specie che presenta maggiori affinità con Amanita porrinensis, soprattutto per la conformazione del cappello che, inizialmente, è ovoidale-campanulato e, poi, campanulato convesso, a volte con umbone ottuso a maturazione, ma mai con la tipica conformazione spesso a “sombrero messicano”; per la struttura dell’anello poco persistente e fugace che, come per Amanita porrinensis, lascia residui sul margine del cappello e sul filo lamellare; per le fioccosità presenti sul gambo che, anche se più abbondanti, la rendono molto vicina ad Amanita porrinensis. Differisce per il colore del cappello che, come per Amanita porrinensis, è bianco-biancastro, ma con sfumature ocra-rosate nella zona discale specialmente negli esemplari maturi; per il bulbo basale prominente e globoso; per la volva interamente avvolgente il bulbo, ampia e membranosa, poco libera al gambo ma persistente e sempre presente anche a maturazione avanzata.

Note tassonomiche
Il primo ritrovamento di questa specie è datato 10 ottobre 1984, ed è stato effettuato nel territorio boschivo del comune di Vigo, in località Madroa, nella provincia di Pontevedra, in Spagna, ai margini di un’area boschiva a coltura mista. Successivamente, nel 1987, i micologi Luis Freire e Maria Luisa Castro ne danno notizia presentandola come “specie nuova” in Anales Jardìn Botànico de Madrid (1987), provvedendo ad una prima descrizione della specie alla quale viene attribuito il binomio Amanita porrinensis Freire & M.L. Castro. Nel contesto viene precisato che “la possibilità che si tratti di un nuovo taxon del genere Amanita è stata confermata dai dottori Moreno e Bon; tuttavia, si rimane in attesa della conferma del dottor Bas, specialista in questo genere” (Freire & Castro 1987]. Tuttavia, la specie viene presentata e descritta in maniera incompleta, priva di numero identificativo e della menzione dell’erbario ove l’holotypus è stato depositato, e quindi non ritenuta valida (nomen invalidum) ai fini della conferma del taxon (Neville & Poumarat, 2004; IF, 2018; MB, 2018]. Per questo motivo, il taxon viene riproposto successivamente da Castro (1998), mediante pubblicazione rispondente ai requisiti richiesti dal Codice di Nomenclatura, su Mykes, Bollettino del Gruppo Micologico Galego, e definitivamente accettato dal mondo scientifico internazionale come Amanita porrinensis Freire & M.L. Castro ex M.L. Castro.

Osservazioni
Della stessa specie sono noti al momento pochi ritrovamenti, tra cui:
10 ottobre 1984, ritrovamento dell’holotypus, in località Madroa, comune di Vigo, Provincia di Pontevedra (Spagna), al margine di bosco misto (Quercus robur e Pinus pinaster), da Jaime Diz (gruppo M. Porriño) (Freire & Castro, 1987; Neville et al., 2000).
11 novembre 1991, in località Picouto, sempre nel comune di Vigo, Provincia di Pontevedra (Spagna), in bosco misto da Jaime Diz (Castro & Blanco-Dios, 2007).
16 ottobre 1998, in località Monte Cistorello, Colli Berici, Comune di Sossano (VI), in bosco misto di querce, carpini e castagni. Ritrovamento effettuato da Franco Gasparini e Franco Serafin (Gasparini & Serafin, 2012).
17 ottobre 1998, in località Volano, comune di Comacchio (FE) a 0 metri s.l.m., in bosco misto formato da Pinus pinea, Pinus pinaster con limitata presenza di Quercus ilex. Ritrovamento effettuato da Gianni Monterumici (Neville et al., 2000).
Ulteriori ritrovamenti, senza precisazione temporale, sono stati segnali nel Canton Ticino (Svizzera) e, in Italia sui Colli Euganei (Galli, 2007).

Bibliografia
CASTRO, M.L., 1998. Amanita porrinensis L. Freire et M.L. Castro, estudio comparativo con outros taxons da sección Phalloideae (Fr.) Quél. Mykes. 1: 57-60.
FREIRE, L. & CASTRO, M.L., 1987. Nueva especie del género "Amanita". Anales del Jardín Botánico de Madrid. 44(2): 533-534.
GALLI, R., 2007. Le Amanite. 2a edizione. Ed. Dalla Natura, Milano.
GASPARINI, F. & SERAFIN, F., 2012. La quarta Amanita mortale. Bollettino del Gruppo AMB di Vicenza. XXXII 2: 40-42.
INDEX FUNGORUM, 2021. Amanita porrinensis. [Data di accesso: 06/04/2021].
MICELI, A., 2019. Amanita porrinensis, una specie rarissima ritrovata sui Monti PeloritaniMicoPonte (Bollettino del Gruppo Micologico Massimiliano Danesi) 12: 27-33. [Data di accesso: 06/04/2021].
MYCOBANK, 2021. Amanita porrinensis. [Data di accesso: 06/04/2021].
NEVILLE, P. & POUMARAT, S., 2004. Amanitae. Amanita, Limacella & Torrendia. Fungi Europaei 9. Ed. Candusso, Alassio (SV).
NEVILLE, P.m POUMARAT, S. & MONTERUMICI, G., 2000: Una rara Amanita della sezione Phalloideae, nuova per l’Italia: Amanita porrinensis. Bollettino del Gruppo Micologico G. Bresadola – Nuova Serie. 43 (2): 143-150. Trento.   

Scheda realizzata da Angelo Miceli e Tomaso Lezzi - Approvata e Revisionata dal CLR Micologico di AMINT. 

Regione Sicilia, Monti Peloritani; Ottobre 2018; Foto di Angelo Miceli e Franco Mondello e descrizione di Angelo Miceli.

In data 27 ottobre 2018 ad opera di Mario Mondello e Piero Battaglia, soci del Centro di Cultura Micologica di Messina, nel comune di Rometta (ME), Monti Peloritani sulla dorsale Dinnammare-Monte Scuderi in prossimità del sentiero Girasì, sul versante ovest del monte Pizzo Bandiera a circa 950 m s.l.m. vengono trovati tre esemplari, cresciuti in un raggio di circa 30 metri.
Le dimensioni sono circa 8 cm di altezza, cappello 2-4 cm, in un bosco misto formato da Pinus pinea, Pinus pinaster, Quercus ilex con sottobosco di Erica arborea.
Si segnala un ulteriore ritrovamento, nella stessa stazione di crescita, di un unico esemplare, in data 21 novembre 2018 ad opera del micologo Franco Mondello, di Angelo Miceli e Mario Mondello, soci dello stesso Centro di cultura Micologica di Messina.

Habitat di ritrovamento: Pino domestico (Pinus pinea), Pino marittimo (Pinus pinaster), Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) Castagno (Castanea sativa), Leccio (Quercus ilex), Roverella (Quercus pubescens), con presenza di macchia mediterranea con predominanza di Erica, Cisto, Corbezzolo e Ginestra. Foto di Angelo Miceli.

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Foto di Franco Mondello.

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Foto di Angelo Miceli.
Vista d'insieme del carpoforo.

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Cappello.

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Anello che si sta distaccando dalle lamelle.

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Gambo fioccoso.

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Bulbo basale e volva.

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