Appunti di morfologia botanica
(testi curati da Giuliano Salvai, pagine Web di Giovanni Dose, disegni di Maria Tulli e Giovanni Dose)
Il Fusto o Caule
Il Fusto o Caule
Una delle prime esigenze che le Cormofite hanno dovuto affrontare per poter fruire in modo ottimale dell’azione dei raggi solari, tanto necessari alla fotosintesi clorofilliana, è stata quella di sviluparsi in altezza. A questo scopo provvede il fusto o caule che è originato dalla gemma apicale (o caulinare) dell’embrione e che rappresenta la parte assiale del cormo.

Il fusto è l'organo fondamentale delle piante vascolari, nasce dal prolungamento della radice, generalmente porta rami, foglie e gemme che nascono in zone precise, chiamate nodi, e che sono separate da spazi detti internodi.

Di forma generalmente allungata si sviluppa in senso opposto a quello della forza di gravità (geotropismo negativo), emettendo rami laterali che se subordinati al tronco (come nelle conifere) formano la ramificazione monopodiale, quando invece cessa l'attività della gemma terminale e uno o più rami laterali si sviluppano maggiormente (come generalmente nelle dicotiledoni, castagno ecc.) si ha la ramificazione simpodiale.

Il fusto ha essenzialmente funzioni di sostegno delle foglie e delle altre strutture della pianta e di conduzione dell’acqua e delle sostanze nutritizie attraverso i vasi del tessuto vascolare, che sono disposti verticalmente e che dalla radice si estendono sino alle foglie, all'interno delle quali vengono impropriamente chiamati nervature.
Questi fasci vascolari prendono il nome di xilema (o legno) che è un tessuto conduttore morto formato da vasi e fibre e che ha funzione di trasporto della linfa grezza (ascendente) e di sostegno, floema (o libro o cribro) che è un tessuto conduttore vivo formato da cellule sovrapposte che formano i "tubi cribrosi" che hanno la funzione di trasportare la linfa elaborata dalle foglie in tutte le direzioni.
Questi tessuti vascolari nelle monocotiledoni sono sparsi apparentemente a caso all’interno del fusto, mentre nelle dicotiledoni sono disposti in modo ordinato all’interno della corteccia e esternamente al cilindro centrale.
Tra lo xilema e il floema nei fusti legnosi delle gimnosperme e nelle dicotiledoni è posto il cambio che è un tessuto meristematico costituito da cellule "giovani" che all’inizio della stagione vegetativa si moltiplicano e successivamente differenziandosi formano xilema e floema secondario. La spinta verso l’esterno del nuovo floema, in relazione all’aumento del diametro del fusto, fa lacerare e morire i tessuti più teneri della corteccia, che però vengono sostituiti dal sughero, prodotto dalla divisione di altre cellule poste immediatamente sotto la corteccia chiamate fellogeno.


Struttura del Fusto
Esaminando la struttura di un fusto legnoso partendo dal centro troveremo:

  • il midollo, che costituisce un parenchima di riserva
  • il legno, che ha il compito di trasportare l’acqua e di sostenere la pianta
  • il cambio,che produce xilema e floema
  • il libro, che trasporta la linfa
  • la corteccia, che oltre ad essere un parenchima di riserva, protegge il caule
  • Il fellogeno, che produce il sughero
  • Il sughero, che costituisce il rivestimento estermo del caule.

    La struttura del fusto erbaceo

    Non presenta accrescimento secondario e la sua corteccia è verde e trasparente per consentire la fotosintesi.
    I fasci vascolari sono sparsi nel parenchima e formati da legno e libro senza cambio.



    Tipo di Fusto
    In relazione al suo sviluppo e alla consistenza dei tessuti il fusto può essere:
    Erbaceo se i suoi tessuti non sono lignificati, e può essere chiamato:
  • Stelo se porta foglie e fiori, ed è tipico delle erbe;
  • Culmo è tipico delle Graminacee, (cereali), fusto cavo all'interno a livello degli internodi, ma molto resistente, con molti nodi;
  • Scapo fusto senza foglie e rami, porta solo i fiori terminali (Tulipano).


    Legnoso che a sua volta può essere:
  • suffruticoso se è ramificato sin dalla base ma i suoi rami sono lignificati solo alla base, mentre quelli superiori rimangono erbacei, (Rosa)
  • arbustivo o cespuglioso se è ramificato sino dalla base e non raggiunge i 5 m. in altezza (Biancospino)
  • arboreo se ha le ramificazioni che iniziano ad una certa altezza e supera i 5 m. (Castagno, Faggio ecc)


    In relazione all'aspetto del fusto dicesi:
  • acaule, quando il fusto è ridotto o assente;
  • culmo, il fusto erbaceo o lignificato, cilindrico, non ramificato, vuoto all’interno ma pieno ai nodi da cui partono le foglie (Graminaceae);
  • calamo, fusto erbaceo vuoto senza nodi (Giunco)
  • stipite, il fusto non ramificato con una rosetta di foglie all'apice (Palme);
  • scapo o scapo florale, il fusto erbaceo privo di foglie o con foglie basali che termina con uno o più fiori.


    In base al portamento, i fusti possono essere classificati in:
    Epigei che si sviluppano al di sopra del terreno:
  • Eretti, con portamento epigeo diretto verso l'alto
  • Prostrati, che si allungano sul terreno senza produrre radici.
  • Striscianti, con portamento adagiato e parallelo al suolo
  • Reptanti quando è poco resistente e cresce adagiandosi sul terreno ed emettendo a volte radici avventizie stoloni (Fragola) necessarie a facilitare la riproduzione
  • Rampicanti, fusto che si sostiene con degli organi di attacco ben determinati come i viticci nella vite, le radici avventizie nell' edera o gli aculei nel rovo.
  • Volubili, si sostengono avvolgendosi semplicemente ad un supporto (Convolvulus)

    Ipogei che si sviluppano nel substrato subendo particolari modificazioni:
  • Bulbo, che ha forma sferica, con radici nella parte inferiore e munito di particolare foglie carnose (catafilli) e di un apparato fogliare protettivo. Ha funzione di riserva delle sostanze nutritizie. (cipolla, tulipano)
  • Bulbotubero, simile al bulbo ma, con le scagli almeno in parte saldate (colchico)
  • Tubero , con forma globosa, è un deposito di sostanze nutritizie, dotato di gemme (occhi) capaci di originare fusti aerei.(patata) Rizoma, fusto strisciante, anche ipogeo, a decorso orizzontale (plagiotropismo) che produce superiormente delle gemme da cui si svilupperanno dei polloni, ed inferiormente delle radici. Esso svolge anche delle funzioni di riserva delle sostanze nutritive e il portamento può essere più o meno ingrossato o avere aspetto tuberiforme.(mughetto, felci)



    Modificazioni del Fusto
  • I fillocladi (pungitopo) e i cladodi (fico d'india) sono rami corti, compressi, di forma laminare, di colore verde e capaci di attività fotosintetica.
  • I viticci possono derivare da ramoscelli filamentosi, erbacei, capaci di avvolgersi attorno a un sostegno di varia natura, come nella vite.
  • Le spine sono rami modificati che si sviluppano da una gemma ascellare, come nel Cytisus.


    A.M.I.N.T. - Associazione Micologica Italiana Naturalistica Telematica