LAgenzia europea per lAmbiente (AEA)
ha puntato il dito contro i Paesi dellUnione
Europea responsabili di non perseguire gli obiettivi
di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.
Secondo il Rapporto dellAgenzia, dei 15 Stati
dellUnione, solo Germania, Gran Bretagna e
Lussemburgo hanno adottato misure di riduzione,
mentre tra gli altri 12 lItalia è quella
che veste la maglia nera rispetto agli impegni assunti
a Kyoto: ridurre, entro il 2012, del 6.5% le emissioni
di rispetto al livello del 1990.
I dati contenuti nel Rapporto sono relativi al
periodo 1990-1998 e mostrano chiaramente che in
Italia, la tendenza alla riduzione delle emissioni
fatta registrare fino al 1994 si è ribaltata
negli anni successivi, fino a far segnare nel 1998
un aumento del 4,6% rispetto al 1990. Nel 1998,
secondo il Rapporto, lItalia ha prodotto il
13,3% di tutti i gas inquinanti emessi nella Unione
Europea.
Tra il 1990 e il 1998 sono aumentate del 6,7% le
emissioni di anidride carbonica (CO2) - gas che
a livello mondiale rappresenta l82% di tutte
le emissioni dannose - e del 4% quelle di metano,
mentre la dispersione in atmosfera di ossido dazoto
di azoto si è ridotta del 14,8%.
In Italia, il 93% delle emissioni di CO2 sono dovute
alluso di combustibili fossili.
Il settore più inquinante è quello
della produzione di energia, responsabile, nel 1998,
del 34% delle emissioni complessive di CO2. Esso,
tra il 1990 e il 1998, ha registrato un incremento
del 9,2% delle emissioni di anidride carbonica.
Al secondo posto, con il 24% delle emissioni, si
colloca il settore trasporti, larea produttiva
in cui nel 1998 è stato rilevato laumento
maggiore rispetto al 1990: + 15,2%.
Pesanti anche le emissioni di CO2 dellindustria
manifatturiera (18,5%), e quelle dovute alle piccole
combustioni (16,9%), legate alluso di combustibili
per il riscaldamento.
Articolo gentilmente concesso da
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