Tutti noi, penso, siamo perfettamente consapevoli
della assoluta necessità di preservare l'ambiente
in cui viviamo e di modulare le nostre attività
individuali e sociali in modo da non arrecargli
danni o alterazioni.
Ma noi, in particolare, che amiamo i boschi, gli
ambienti montani e tutte le meravigliose forme di
vita animale e vegetale con la quale ci offrono
la possibilità di convivere, non possiamo
non essere consci della estrema vulnerabilità
degli ecosistemi in argomento.
Il bosco è insieme saggio e possente come
un vecchio ma anche inerme come un bambino. Il bosco
è assediato dall'urbanizzazione ma anche
da altre attività dell'uomo. Il bosco non
esercita mai violenza, la subisce soltanto.
Mi si potrà dire che in fondo sono queste
verità vecchie come il mondo. E' vero. Ma
partire o ripartire da concetti di base penso sia
utile a tutti noi.
Quello che mi aspetto entrando in un bosco per
cercare funghi e anzitutto di trovarlo integro come
la volta precedente e di incontrarvi persone che
abbiano lo stesso spirito.
Perchè in verità, amici dell'Associazione
e lettori della rivista, sappiamo bene che al di
là della quantità di porcini, ovoli
e galletti che riusciremo a mettere nel cesto nessun
piacere potrà eguagliare la gioia che ci
dà l'entrare in un bosco, sentire il suo
respiro, i suoi odori e vederne i colori che mutano
sempre per luce, stagione e orario.
Avere l'occasione di convivere con un bosco anche
per il solo tempo di una gita e un privilegio unico
che madre natura dona agli uomini chiedendo in cambio
solo rispetto che noi dobbiamo instancabilmente
insegnarci ed insegnare agli altri.
Paolo BORGO
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