Un bellissimo
viale di platani (Platanus hibrida) ci orienta
verso l'ingresso della Tenuta. Un ampio parcheggio,
delimita l'ingresso dei boschi..
La storia ignorata
Nel XI secolo (1080) le spoglie di San
Lussorio (martire cristiano, ucciso in Sardegna),
dal quale il Parco prese il nome, furono trasferite
a Pisa in una chiesa nei pressi dell'Arno. Con il
passare degli anni il nome della Tenuta si trasformò
in San Rossore.
Nel 1535, la tenuta fu affittata al duca
Alessandro dei Medici, che ne usufruì
per i vari ricevimenti e riserva di caccia.
Nel 1732 la Tenuta fu acquistata dai Lorena
che dopo l'introduzione di varie essenze arboree:
(querce (Quercus robur) olmi (Ulmus minor)
lecci (Quercus ilex) pini domestici (Pinus
pinea) che sfruttarono per la continua richiesta
di legname.
Nel 1829 i Lorena danno inizio all'attività
ippica, facendo costruire la prima pista per corse
dei cavalli.
Nel 1862 la Tenuta passò ai Savoia:
strutturarono gli edifici esistenti e ne costruirono
di nuovi.
Dopo la caduta della Monarchia, la Tenuta
passò nelle mani del demanio e nel
1957 alla Presidenza della Repubblica,
usata per servizi di rappresentanza.
Nel 1995 passa definitivamente alla Regione
Toscana.
Habitat, flora e fauna
Vera e propria ricchezza della Tenuta è il
gran polmone verde.I picchi verdi, (Picus viridis)
e rossi (Dendrocopus maior) ci avvertono
con il classico tara-ta-tà tara-ta-tà,
che siamo nelle vicinanze dei maestosi e secolari
Pini (Pinus pinea) vere e proprie "miniere"
di pinoli, gran risorsa spontanea del Parco.Proseguendo
la nostra escursione, superiamo i canali di scorrimento
delle acque piovane e siamo nella zona delle "lame"
(Formazioni create dal ristagno delle acque) habitat
di numerose essenze arboree: pioppi bianchi (Populus
alba) frassini (Fraxinus oxycarpa) carpini
neri (Ostrya carpinifolia) ontani neri (Alnus
glutinosa) ecc
, Eccezionale è la
crescita di una liana che è considerata un
vero e proprio "fossile"vivente,
la Periploca graeca, risalente all'era
Cenozoica (22-65 milioni di anni), con i rami
contorti e intricati, avvolge le varie essenze,
donando un aspetto di "giungla"alla Tenuta.Oltre
gli alberi a grosso fusto, incontriamo diversi arbusti
del bosco mediterraneo, filliree (Phillyrea angustifolia)
pungitopo (Ruscus aculeatus) ginepro coccolone
(Juniperus macrocarpa) erica (Erica scoparia)
cisti (Cistus salvifolium e C. incanum).Sono
tutte zone, ad alto contributo fungino, in primavera,
fanno capolino le morchelle (Morchella rotunda
e Morchella conica) alquanto mimetizzate tra
la lettiera di foglie secche (sono in pratica della
stessa colorazione). Per questo particolare, sembra
che il bosco le difenda dagli attacchi dei "fungaioli
primaverili". E'in autunno però,
che il bosco "esplode" con innumerevoli
specie fungine, per la gioia di tutti noi.Le zone
acquitrinose, sono sorvolate e popolate da moltissime
varietà di uccelli acquatici (oltre 250
specie, tra le quali): cormorani, garzette, codoni,
folaghe, beccaccini, aironi, fischioni, ecc
.Di
particolare interesse, sono i funghi "lignicoli"che
formano delle vere e proprie "decorazioni"sugli
alberi.Uno dei più rappresentativi è
il Fomes fomentarius. Fungo saprofita che
si sviluppa sugli alberi, ormai sono giunti al termine
del ciclo vegetativo, forma delle stupefacenti mensole
che con il passare degli anni aumentano il volume.Una
caratteristica di questo genere fungino è
quella di inglobare tutte le cose che incontra,
foglie, rami, ecc
ma ancor più eccezionale
è la capacità di volgere il carpoforo
con la parte fertile, sempre verso il terreno.Quest'azione
si chiama "geotropismo" (Influenza
esercitata dalla forza di gravità sulla posizione
e l'accrescimento dei carpofori).Continuando arriviamo
alla zona vietata (è la zona riservata dove
c'era la ex residenza Presidenziale, (quella dove
Tony Blair è stato in villeggiatura).
Se siamo fortunati incontriamo gruppetti gioiosi
di daini (Dama dama) e cinghiali che scorrazzano
con i loro piccoli (Sus scrofa). Percorrendo
la strada del ritorno, passiamo vicino alle sponde
del Fiume Morto, dove è possibile
scorgere e fotografare diverse specie di volatili,
lungo la strada sterrata che percorriamo, incrociamo
cavalli e cavalieri che tornano da una galoppata
rigeneratrice.Arriviamo alle macchine dopo una passeggiata
di 3/4 ore, portando con noi un cestino di funghi
e tantissime foto, ricordo di questa giornata trascorsa
nella natura,
..quasi incontaminata.
Fabrizio P. (Fabrix)
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Angolo suggestivo della foresta
Vicino
all'entrata della tenuta
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L'incontro
con lignicoli di rara bellezza è
assicurato
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